Pedagogia “emotiva” e perfetta collaborazione.
Cosa si auspica l’educatrice nel rapporto con l’insegnante di classe?
Che l’insegnante possa collaborare, in caso di bisogno, per la gestione di situazioni problematiche interne alla classe. Gli educatori esterni hanno le competenze per affrontare i casi difficili, ma questo non è il contesto né l’obiettivo del format.
Diversamente, segue la scia emotiva dei bambini lasciando spazio ai loro commenti, idee, ricordi o sofferenze.
L’educazione legata alle emozioni concilia l’aspetto relazionale e quello emotivo.
Con il Green Tour parliamo di “riciclo”, ma da questo argomento si trattano temi legati alla trasformazione, al cambiamento, all’innovazione.
I sentimenti legati al cambiamento in ogni età e forma di passaggio sono da prendere in considerazione e bisogna ascoltarli. Le attività proposte fanno emergere emozioni che spesso gli alunni esprimono , in un momento successivo, insieme all’educatrice.
In tale contesto l’insegnante si pone come tutor e mediatore tra l’educatrice e i bambini che manifestano particolari difficoltà, crisi o problematiche comportamentali.
Nel caso di soggetti con disabilità gravi è necessario l’intervento personalizzato dell’insegnante di sostegno.
Vediamo insieme un esempio:
Durante il format Green presso una scuola di infanzia, una bimba si è messa a piangere pensando alle “costruzioni artigianali” del nonno appena defunto.
In quel caso l’educatrice ha offerto uno spazio di ascolto, comprensione e rielaborazione. L’insegnante è stata altresì un buon supporto, anche se in ascolto attivo.
In altri casi, l’insegnante può sentirsi libera di intervenire se il contesto e la situazione lo richiedono e se risulta importante per la rielaborazione.
Ma come può interagire l’insegnante in modo efficace?
La presenza dell’insegnante, in questi momenti e durante tutto lo svolgimento del format, si rivela positiva quando è in linea con l’educatrice, il clima proposto e il susseguirsi degli eventi .
Grazie al format sono emerse situazioni che altrimenti non sarebbero sorte. L’insegnante può avere strumenti ulteriori per conoscere i propri alunni e interagire con loro, affrontando i punti emersi in momenti successivi o approfondendo la tematica del riciclo perché i bambini se ne sono appassionati.
In alcuni casi l’insegnante ha comunicato all’educatrice di voler ripetere, il giorno dopo, con la classe i giochi teatrali svolti durante l’attività o proseguire con il laboratorio creativo proposto, visto l’entusiasmo degli alunni.
È piaciuto molto il gioco dello “scarabocchio”.
Alla lavagna l’educatrice disegna uno scarabocchio pronunciando questa frase: “Come lo trasformo?”.
Dalla massa informe si crea, per esempio, l’immagine che fa pensare a un fiore, di cui viene delineato il contorno e colorato nelle sue parti.
Allo stesso modo ciascun alunno, con la matita, lascia trasportare la propria mano sul foglio e crea uno scarabocchio non pensato e poi segna, con pennarelli o matite colorate, la trasformazione che gli è venuta in mente.
L’idea di base è che tutto può essere modificato, pensato e trasformato.
Si possono riciclare anche le idee!
Diversamente, l’eventuale passività dell’insegnante può lasciare spazio libero alla creatività dell’educatrice e della classe, in un contesto protetto privo di giudizi. La passività in tal caso non è da pensare in ottica negativa.
Non giudizi ma riscoperta di opportunità
L’approccio pedagogico verte sull’osservazione, sulla scoperta, sul confronto reciproco vista la dimensione del gruppo classe.
Si tratta di esplorare il mondo Green e il tema ecologico con interventi teatrali e ludici di ascolto, di attivazione corporea, e di presenza scenica.
La messa in gioco diverte e serve per imparare a “vestirsi di un altro ruolo” e di mettersi “nei panni degli altri”, sviluppando l’empatia.
Si possono sintetizzare le 5 caratteristiche dell’insegnante efficace :
- osservazione e ascolto attivo delle emozioni che il format suscita negli alunni;
- mediazione tra l’educatrice e il gruppo classe con un atteggiamento collaborativo;
- supporto per casi difficili o situazioni comportamentali ingestibili;
- capacità di cogliere spunti metodologici per le lezioni curriculari;
- assenza di preconcetti e di giudizio verso le “risposte” degli alunni durante il vissuto del format.
Obiettivo finale è la riscoperta di opportunità conoscitive, prive di giudizi o commenti non adeguati al contesto.